DOMENICA DI PASQUA – «RISURREZIONE DEL SIGNORE» (Alla Messa del giorno)
17 Aprile 2022
At 10,34a.37-43, dal Salmo 117, Col 3,1-4, Sequenza, Gv 20,1-9
Egli doveva risuscitare dai morti.
È bello ascoltare il lieto annuncio della Risurrezione proclamato in tutte le lingue del mondo, perché davvero a tutto il mondo è destinato questo annuncio di vittoria sulla morte, sul peccato, sulla mancanza di senso. E’ questo l'annuncio di cui ha più bisogno il mondo di oggi.
Per questo vorrei iniziare l’omelia nel giorno di Pasqua ringraziando le donne, perchè, come abbiamo ascoltato nel Vangelo, sono le donne che per prime hanno portato anche agli apostoli di Gesù questa scoperta inaspettata del sepolcro vuoto. (continua a leggere- scarica pdf)
Il primo giorno della settimana Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattina, quando ancora era buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Maria di Magdala e le altre donne, di cui non si dice il nome ma che risultano presenti, perché Maria riferisce: “Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo” - non solo non so - “dove l'hanno posto”.
Sono le donne le prime a portare l'annuncio di Pasqua e certo non è un caso, perché erano state le donne a rimanere accanto a Gesù nel momento della sua passione e morte, mentre tutti i discepoli - ad eccezione solo di Giovanni - impauriti erano fuggiti al momento dell'arresto, le donne con Maria erano rimaste accanto a Gesù ai piedi della croce.
Veramente questa è la fotografia di tutta la storia del mondo di ieri e di oggi, le donne che stanno accanto ai figli, che soffrono e muoiono, ai mariti travolti dalla violenza, dalla guerra, ma anche da tante violenze quotidiane.
A loro è affidato il lieto annuncio e mi permetto di richiamare a quei due volti di donna, che sono qui affissi nella nostra chiesa, donne contemporanee ma che idealmente io identifico con Maria Maddalena e Maria di Cleofa, madre di due apostoli.
E’ la presenza femminile nella Chiesa a volte invisibile, ma la più vicina al Signore.
Il Vangelo continua. Le donne sono le prime, ma non danno l'annuncio e si potrebbe dire non possono, non sanno, se non insieme agli uomini, insieme a Simon Pietro e all'altro discepolo, quello che Gesù amava. Maria e le altre donne, avendo visto il sepolcro vuoto corrono dai discepoli e i discepoli insieme corrono verso il sepolcro e il più giovane Giovanni, quello che Gesù amava, arriva per primo ma si ferma, non entra nel sepolcro e aspetta che giunga anche Pietro, il più anziano, ed è Pietro il primo ad entrare nel sepolcro.
Questa è la Chiesa, questi sono i discepoli, uomini e donne, ma anche giovani e anziani a cui è affidato questo annuncio così necessario per il mondo, un annuncio che sostiene una speranza che non è una previsione umana. Di previsioni in questi giorni non se ne riescono a fare e se si riescono a fare sono angoscianti, ma la speranza cristiana non è un calcolo, non è una previsione, è fondata sulla potenza della resurrezione di Gesù.
Davvero non dobbiamo far mancare al mondo questo lieto annuncio che solo può dare una prospettiva, che vada oltre la morte, oltre la guerra, oltre la violenza.
Prego il Signore, perché sia così per noi uomini e donne, giovani e anziani e chiedo al Signore che ritornino i bambini, chiedo ai genitori di portare i bambini al catechismo, a Messa, perchè tutti abbiamo bisogno di ascoltare e di vivere questa novità che viene dalla Pasqua di Gesù.
Allora capiremo il dono grande di essere cristiani per noi e per la storia tutta.
(dall’omelia di don Stefano Ottani)
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