IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – Solennità
Giovedì 12 Dicembre 2019 18:31
Giuseppe Vaccarino
IMMACOLATA CONCEZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA – Solennità
8 dicembre 2019
Gen 3,9-15.20, Dal Salmo 97 (98), Ef 1,3-6.11-12, Lc 1, 26-38
Ecco, concepirai un figlio e lo darai alla luce.
Nel cammino dell’Avvento, celebriamo con gioia la festa della Immacolata Concezione della Vergine Maria.
Queste due parole “Immacolata Concezione” ci riportano all’origine della vita di Maria, quando fu concepita dall’amore dei suoi santi genitori Gioacchino e Anna.
Se guardate il calendario vedrete che fra 9 mesi esatti, l’8 settembre, celebreremo la nascita di Maria. (continua a leggere)
Ma perché
questa attenzione all’inizio della vita di
Maria?
Perché esso rappresenta l’
inizio del tempo della salvezza. Come quando al mattino prestissimo si intravvede la prima luce dell’a
urora
e così riconosciamo che sta per iniziare il giorno.
È molto significativo che questa festa cada nel cuore dell’Avvento: in questo tempo liturgico in cui, più che mai, la Chiesa che cammina nella notte del mondo attende il sorgere del sole che è Cristo, l’Immacolata Concezione è proprio come l’aurora, quel momento dolce, carico di speranza che annuncia la fine delle tenebre.
Passeranno gli anni nella vita di Maria e nel fiore della sua giovinezza, l’angelo Gabriele la saluterà, come abbiamo ascoltato nel vangelo: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
Non le dice “Maria”, ma la chiama con un nome nuovo, misterioso: “piena di grazia”, rivelando in questo modo la sua identità più profonda, il “nome”, per così dire, con cui Dio stesso la conosce.
Questa espressione, che ci è tanto familiare fin dall’infanzia perché la pronunciamo ogni volta che recitiamo l’“Ave Maria”, ci offre la spiegazione del mistero che oggi celebriamo.
Infatti Maria, fin dal momento in cui fu concepita dai suoi genitori e quindi in tutta (proprio tutta la sua vita), è stata oggetto di una singolare predilezione da parte di Dio.
Nel suo disegno eterno, Dio l’ha prescelta per essere madre del suo Figlio fatto uomo e, di conseguenza, l’ha preservata dal peccato originale.
È difficile parlare del peccato originale: si tratta di quella penosa condizione di colpevolezza nella quale ci troviamo per il solo fatto di essere nati e che, nel corso della vita, si traduce in un combattimento quotidiano: per ogni uomo scegliere il bene, scegliere la verità non è qualcosa di pacifico, ma resterà sempre un lotta.
È una verità che si può conoscere solo per la fede, ma se siamo anche solo un poco onesti con noi stessi, ne riconosciamo le tracce in una costante inclinazione per verso il male, che inquina la nostra vita.
L’Arcangelo si rivolge a Maria con il nome “piena di grazia”, che implicitamente significa: “tu che sei da sempre ricolma del favore di Dio”, della sua grazia.
Qualcuno potrebbe allora pensare che se Maria è piena di grazia, in fondo non ha bisogno di essere salvata e che non ha bisogno di Gesù, che è il salvatore del mondo.
È vero l’esatto contrario. Solo attraverso Gesù può venire agli uomini la liberazione dal male, la grazia, la misericordia del Padre.
Maria dunque è la “più salvata”, è la persona che più di tutti ha goduto della bontà di Dio.
Gesù è un salvatore davvero potente. In vista della sua incarnazione e della sua morte e risurrezione, Dio ha riversato la sua grazia in tutta la vita della Madre.
In altre parole, potremmo dire che dalla morte di Gesù sulla croce è venuta un’onda d’amore e di salvezza così potente, che, superando tutte le barriere di tempo e di spazio, ha raggiunto Maria fin dal primo istante della sua vita, preservandola dal peccato originale.
Tutti noi – per la grazia di Cristo – siamo salvati, nel senso che siamo tirati fuori dal fango del peccato; la Vergine è stata preservata dal caderci in quel fango.
La Vergine Maria, ha beneficiato in anticipo della morte redentrice del suo Figlio e fin dal concepimento è stata preservata dal contagio della colpa. Perciò, con il suo cuore immacolato, Lei ci dice: affidatevi a Gesù, Lui vi salva.
È un privilegio che riguarda Maria, certamente, ma è allo stesso tempo un dono per tutta l’umanità, perché in Maria ci è stata data la possibilità di conoscere concretamente che cos’è la bellezza, che cosa è la libertà, che cosa significa essere realmente uomini e donne.
Purtroppo ogni giorno noi facciamo esperienza del male, che si manifesta in molti modi nelle relazioni e negli avvenimenti, ma che ha la sua radice nel cuore dell’uomo, un cuore ferito, malato, e incapace di guarirsi da solo.
A volte ci viene fatto di pensare che la Madonna non sia una vera donna. Lei è un caso speciale. Perché non conoscendo il peccato, non conosce la nostra fragilità e la nostra lotta.
È un pensiero falso e pericoloso, perché finiremmo con l’ammettere che ciò che ci rende veramente uomini è il nostro peccato.
E non è un caso che la nostra cultura oggi sia così incline al compromesso con il male. È diventato quasi impossibile parlare di peccato.
Oggi non puntiamo più al bene, ma cerchiamo di abbassare sempre la soglia del male… che male c’è?
Insomma, Maria ci dice che non è sempre vero che “sbagliando si impara”.
Se punti alla bellezza non devi cedere allo squallore. Se punti alla verità, non devi cedere mai alla menzogna.
Se punti all’amore, non devi cedere mai all’egoismo.
Non è il peccato che ci rende uomini veri, ma la santità. E questo Maria ce lo insegna non con una predica, ma con tutta la sua vita, dal primo all’ultimo istante.
Immacolata concezione è una buona notizia, dunque. È spuntata l’aurora. Presto arriverà il sole, Cristo che ci tira fuori dal fango.
Maria dunque costituisce anche per noi un ideale, dal momento che anche per noi è stato fissato quale traguardo finale di “essere santi e immacolati”, come ci ha detto san Paolo nella seconda lettura.
A questa mèta anche noi ci possiamo gradualmente avvicinare.
Anche a noi il Signore manda il suo “angelo”, cioè ci rende noto la sua volontà nei nostri confronti.
Lo fa, per esempio, quando ci illumina e ci inquieta con l’ascolto della sua parola, che è “viva, efficace e più tagliente di una spada a doppio taglio”, o quando ci punge dentro con la voce di una retta coscienza.
Anche a noi Dio manda un annuncio e anche da noi aspetta l’assenso di un “eccomi”: un assenso senza ambiguità e senza incertezze, come quello di Maria.
Tutti abbiamo una “vocazione” e tutti siamo chiamati per una “missione”: anche chi è bloccato da un male, anche chi non ha chissà quale numero per emergere, anche chi agli occhi del mondo resta in seconda fila… tutti noi abbiamo una missione.
Nessuno di noi è al mondo senza motivo o senza scopo; perché a chi ha detto: “vieni!”, Dio dice anche: “va!”.
“Vieni!”. Vieni a inserirti in Cristo, diventa una cosa sola con il mio Figlio, lui che è pienezza della vita e fonte inesauribile di perdono e di purificazione.
Vieni nella comunione della Chiesa, Sposa immacolata di Cristo e suo Corpo pulsante di vita divina: la Chiesa, con il suo insegnamento e i suoi sacramenti, è sempre in grado di oltrepassare e vincere i tuoi errori, le tue debolezze, i tuoi peccati.
Se come Maria risponderemo con prontezza a questa chiamata, come Maria riceveremo anche noi un compito di salvezza.
“Vieni!” e “va!”. Va a farti annunciatore delle certezze del Vangelo, che regalano la gioia e la serenità del cuore a tanti tuoi fratelli e amici.
Va a dare una testimonianza concreta della speranza che porti nel cuore, la speranza cristiana che sola non delude perché supera anche la barriera oscura della morte.
Va a far divampare il fuoco della carità e a diffondere la civiltà dell’amore.
C’è un celebre insegnamento di sant’Ambrogio, che si ricordava ieri nel calendario, che è bello riascoltare in questa festa così piena di speranza:
«“Beata tu che hai creduto”. Ma beati anche voi che avete udito e avete creduto: perché ogni anima che crede concepisce e genera il Verbo di Dio.
Sia in ciascuno l’anima di Maria a magnificare il Signore, sia in ciascuno lo spirito di Maria a esultare in Dio.
Se una sola è la madre di Cristo secondo la carne, secondo la fede tutte le anime generano Cristo; ognuna infatti accoglie in sé il Verbo di Dio, purchè si mantenga immacolata e libera dal peccato».
(omelia di don Andrea Caniato)