XII DOMENICA T.O.
21 giugno 2020
Ger 20,10-13, dal Salmo 68, Rm 5,12-15, Mt 10,26-33
Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo.
"In quel tempo Gesù disse ai suoi apostoli".
La prima riga del Vangelo di oggi è anche la chiave di interpretazione delle parole, che Gesù ci rivolge in questa domenica.
Capiamo cosa vuol dire sapendo che sta parlando agli apostoli, cioè non sta parlando alle folle, le grandi folle che lo seguivano attirate dai suoi miracoli, non sta neppure parlando ai discepoli, cioè coloro che lo riconoscevano come maestro: sta parlando a un gruppo ristretto di dodici, che sono apostoli, nome che significa inviato, mandato.
Gesù oggi parla a noi come apostoli, come mandati, e questo ci fa capire che se siamo qui in chiesa non siamo venuti per noi, per ascoltare noi una parola, sì anche, ma perché dobbiamo andare a portarla fino ai confini della terra, perché abbiamo capito che ogni battezzato è chiamato ad essere apostolo del Vangelo, perché per questo è venuto Gesù, perché attraverso anche un piccolo gruppo, che è mandato fuori nel mondo, la lieta notizia il Vangelo, della salvezza in Gesù raggiungesse i confini della terra. (continua a leggere)
Questo è il primo significato della domenica. Noi siamo invitati a venire in chiesa non per chiuderci in chiesa, ma per ascoltare una parola che ci viene affidata, perché attraverso noi raggiunga tutti gli uomini.
Cosa dice Gesù agli apostoli? Dice per tre volte: "Non abbiate paura". Questo breve brano del Vangelo che oggi la liturgia ci ha fatto ascoltare è composto da tre frasi che contengono tutte questa espressione "Non abbiate paura degli uomini, non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, non abbiate paura, voi valete più di molti passeri. "
È davvero molto bello che la parola che Gesù ripete più spesso agli apostoli è "Non abbiate paura".
Gli apostoli, noi possiamo non avere paura, perché ce lo dice Gesù, ma perché, come vedremo solo Gesù non ha paura neanche della morte, perché lui ha vinto e l'apostolo ha questo coraggio, perché si fida di Gesù, perché crede in Gesù.
E questi tre motivi per non avere paura ci sono, perché gli apostoli hanno fiducia nella verità.
Gli apostoli non temono neppure la morte, gli apostoli sono consapevoli del proprio valore: "Non abbiate paura, voi valete più di molti passeri".
Mi fermo un momento per sottolineare questi tre motivi.
"Non abbiate paura degli uomini, perché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto". Ecco, noi non abbiamo paura, perché sappiamo che la verità prevale.
"Non abbiate paura degli uomini". In questo modo Gesù ci dice che gli uomini, la società spesso purtroppo cercano di nascondere la verità, cercano di dire parole belle, che però non coincidono con le intenzioni nascoste.
No! L'apostolo sa che non c'è niente di nascosto che non venga rivelato e per questo ha fiducia, ha fiducia nella verità e proclama la verità, la verità del Vangelo che Gesù è risorto e vivo, che il bene è destinato a prevalere nonostante tutto.
L'apostolo non ha paura neppure della morte, perché sa che nella morte muore il corpo, ma come dice il Vangelo non muore l'anima.
"E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l'anima; abbiate piuttosto paura di colui che ha il potere di far perire nella Geenna e l'anima e il corpo".
Cosa vuol dire, cosa non muore? La Messa di oggi ce lo fa capire. In questa Messa preghiamo per Silva, che non c'è più, ma il marito ha voluto essere presente per festeggiare questo che sarebbe l'anniversario, il cinquantesimo anniversario di matrimonio, perché in realtà Silva è viva presso il Signore, è morto il corpo, ma non muore l'anima, non muore l'amore.
Ed è questo che gli apostoli, coloro che credono in Gesù testimoniano.
Infine il terzo motivo: “Non abbiate dunque paura, voi valete più di molti passeri”, quella paura che nasce dal pensare che noi non valiamo niente, siamo pochi, siamo fragili, deboli, magari anziani. No! Gesù dice: "Voi valete più di molti passeri", perché l'annuncio che ci è affidato non è nostro, non è frutto della nostra intelligenza o delle nostre risorse. Noi siamo piccoli, poveri, deboli, ma questo mostra ancora più chiaramente che il messaggio che portiamo, il Vangelo, non è roba nostra, è la parola di Gesù.
Questo si rivela ancora di più attraverso la nostra povertà: in fondo questo è il motivo per fare festa ogni domenica, magari anche oggi che non siamo tanti, ma è proprio a noi pochi, poveri che Gesù dice "Non abbiate paura". Siamo preziosi per Lui, per Dio nostro Padre, non solo siamo preziosi, ma in qualche modo siamo necessari a Dio, perché attraverso noi ogni uomo anche debole, povero, indifeso sappia che è prezioso e amato da Dio.
Questo annuncio diventa il fondamento della speranza, il fondamento della fraternità, ii fondamento della salvezza.
(dall'omelia di don Stefano Ottani)