XXVIII Domenica del Tempo Ordinario
11 ottobre 2020
Is 25,6-10a, Dal Sal 22, Fil 4,12-14.19-20, Mt 22,1-14
Tutti quelli che troverete, chiamateli alle nozze
Devo riconoscere che avevano ragione i genitori di Lucrezia a volere tenacemente che il battesimo della loro bimba fosse celebrato in questo giorno, 11 ottobre, e non hanno voluto ascoltare le mie ragioni che dicevo loro: ci sono stati due battesimi anche domenica scorsa, non possiamo fare battesimi tutte le domeniche. E aggiungevo che era già programmato da tempo il mandato dei catechisti: c'è troppa roba in quella Messa. Non mi hanno voluto ascoltare, hanno insistito per celebrarlo oggi e devo dire che avevano ragione loro.
Anzitutto perché è l'anniversario del loro matrimonio, che hanno celebrato proprio qui in questa chiesa: anche adesso sono quasi nella stessa posizione, al centro sotto la cupola, e per questo facciamoi rallegramenti, gli auguri per il loro anniversario.
Ma hanno avuto ragione soprattutto perché la presenza di questa bambina, il suo battesimo, ci aiuta a capire il Vangelo, a capire una parabola un po' complicata che diventa chiara se guardiamo a Lucrezia e se guardiamo al suo battesimo, a quello che faremo durante la Messa, in particolare il mandato dei catechisti.
Con l'aiuto di Lucrezia dunque cerchiamo di capire che cosa il Signore ci vuol dire con la parabola degli invitati alle nozze del figlio del re. È un'immagine bellissima la grande festa di nozze del figlio del re, a cui tutti sono invitati. (continua a leggere-scarica PDF)
Il figlio del re è Gesù e le sue nozze sono con l'umanità. La festa di nozze è la grande immagine della festa a cui tutta l'umanità è invitata, quando finalmente tutti i popoli vivranno in pace e potranno condividere nella gioia le risorse della terra, del lavoro dell’uomo, facendo festa insieme.Di questa festa un piccolo anticipo è l'Eucarestia. Anche quello è un banchetto di festa che ci ricorda ogni domenica che il Signore ci chiama, che vuole vedere attorno a sé tutti i suoi figli.
E chi sono gli invitati? Sono tutti i popoli della terra, il popolo d'Israele per primo, ma anche gli altri popoli, noi, i popoli pagani, quelli che ancora non conoscono il Signore, che ancora non sanno di essere invitati e lo imparano oggi.
Chi è allora l'invitato principale? È Lucrezia che ancora non ha ricevuto il battesimo e che lo riceve oggi e con il battesimo riceve l’invito a partecipare alla grande festa delle nozze del figlio del re, a partecipare al banchetto di festa che è l'Eucaristia, che celebriamo ogni domenica.
Come fa il re a invitare tutti i popoli a questa grande festa? Manda i suoi servi. Chi sono i suoi servi, i servi del re mandati a portare il suo invito? Sono prima di tutto i genitori, il papà e la mamma, i primi evangelizzatori dei loro figli, i primi mandati a far conoscere Gesù, i primi ad indicare la strada per accogliere questo grande invito.
Ma non solo loro. Chi sono i servi incaricati di portare l'invito a tutti? Sono i catechisti.
Allora ci sta proprio bene che durante questa Eucarestia a nome di tutta la comunità cristiana io affidi ai catechisti il mandato, cioè l' incarico di far conoscere Gesù e di invitare tutti, invitare voi ragazzi al grande banchetto di festa delle nozze del figlio del re.
I catechisti hanno proprio il compito di invitare tutti, tutti, tutti.
Ma basta essere invitati per partecipare a questo grande banchetto di festa? Cosa ci ha detto il Vangelo? Il Vangelo ci ha detto che quando il re entra nella sala del banchetto e la vede piena è contento, perché questo re, che è il padre, vede tutti i suoi figli uniti intorno alla mensa. Ma c’è un invitato che non ha l'abito nuziale, il re gli si avvicina e gli dice: “Amico, come mai sei entrato qui senza l'abito nuziale?"
Che cos'è questo abito nuziale? Guardate a Lucrezia. Fra poco, durante il battesimo, riceverà l'abito nuziale: la veste bianca è il segno della sua dignità di cristiana, anzi di figlia di Dio, è l'abito che le dà il diritto di partecipare al banchetto di festa, all’Eucaristia, a cui tutti i popoli sono invitati come la meta definitiva della storia.
Lei riceverà questa veste bianca e io le dirò ‘Portala senza macchia fino alla vita eterna’.
Che cosa significa portarla senza macchia fino alla vita eterna? Lo possiamo dire con una parola sola: significa essere santi, rispondere sempre alla chiamata del Signore, vivere in coerenza con le promesse battesimali.
Chi è chiamato ad essere santo? Tutti, ma mi sembra molto bello oggi ricordare che questa bambina, Lucrezia, ha come cognome Marinoni. È un cognome che noi conosciamo in questa chiesa, perché Giovanni Marinoni fu uno dei primi compagni di San Gaetano ed è raffigurato nella prima cappella entrando a destra.
I beati, i santi sono coloro che hanno conservato candida la veste ricevuta nel battesimo.
Per questo, dopo aver affidato il mandato ai catechisti, vi inviterò a rinnovare le promesse del battesimo insieme ai genitori, insieme ai padrini per rinnovare l'impegno di conservare candida la veste battesimale, l'impegno di una vita santa.
Lo chiedo anche a voi, ragazzi, che sia proprio questo lo scopo del catechismo, diventare santi, che significa anche diventare felici.
E i catechisti come segno vi porteranno a guardare le immagini di santi, che sono rappresentati nella nostra chiesa in modo un po' originale, perché hanno il volto di uomini e di donne contemporanei e vi inviterò a riconoscere San Petronio o i santi Vitale e Agricola o santa Caterina da Bologna, i santi bolognesi, perché questo invito alla santità, questo impegno di conservare candida la veste del nostro battesimo ci guida sulla strada della santità, che è la strada della festa, della gioia a cui tutta l'umanità è chiamata, la strada della salvezza che il figlio di Dio è venuto a donarci.
(dall'omelia di don Stefano Ottani)