La Cupola fra le Torri

Parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano, Bologna

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II Domenica TO

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II DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO

16 gennaio 2022

Is 62,1-5, dal Sal 96, 1Cor 12,4-11, Gv 2,1-11

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù.

"Questo a Cana di Galilea fu l'inizio dei segni compiuti da Gesù".

È così che termina oggi la pagina del Vangelo da cui abbiamo ascoltato il miracolo di Cana, quando trasforma l'acqua in vino. Noi siamo abituati a parlare di miracolo, perché certamente è una cosa straordinaria cambiare l'acqua in vino.

Ma il Vangelo non parla di miracoli, parla di segni, l'inizio dei segni. Che differenza c'è tra dire miracolo o dire segno? La parola ci aiuta. Il miracolo è fatto per destare ammirazione e certo è una cosa meravigliosa che Gesù sia capace di fare cose così straordinarie. (continua a leggere-scarica pdf)

Ma in realtà Gesù non compie questi gesti per attirare l'attenzione, la meraviglia della gente, non per dire io sono bravo, sono capace di compiere cose straordinarie, ma compie questi gesti come segno.

 

La parola segno è quella da cui viene insegnamento: Gesù compie dei segni per insegnare, per farci capire, perché ha qualcosa di importante da dirci.

Io sono contento che ci siano alcuni ragazzi del catechismo, che oggi vorrei proprio coinvolgere. Vorrei insieme con voi meditare sull'acqua e sul vino.

mondo intero, perché l'acqua è necessaria per vivere.

Il vino è necessario? No, non è necessario, perché se uno ha sete gli basta l'acqua.

Ma proprio questo è il bello. Gesù per far capire che cosa lui è venuto a fare non si è accontentato di dare da bere dell'acqua, ma ha cambiato l'acqua in vino.

Proprio perché il vino non è necessario diventa il segno di quello che è gratuito. Se l'acqua è il simbolo della vita, il vino è il simbolo della gioia. Certo si può vivere anche senza gioia, ma la vita diventa tristissima. Gesù è venuto proprio a dirci che lui non vuole solo che l'umanità viva, ma che abbia la gioia.

Occorre fare un passaggio ancora. Che cosa rappresenta questo vino? Il vino è simbolo di Gesù stesso, è lui che ha voluto rimanere con noi sempre nel simbolo del pane e del vino proprio per ricordarci che lui è il nostro cibo, lui è la nostra gioia.

È Gesù che rende bella e gioiosa la nostra vita.

Certo si può vivere senza vino, si può vivere in qualche modo anche senza Gesù. Ci sono forse milioni, miliardi di uomini che oggi non conoscono Gesù, non seguono Gesù e certo vivono.

Ma questa è la grazia che è data a noi cristiani: non solo di vivere, di sopravvivere, ma di avere la gioia.

Questo è il Vangelo, l'annuncio della gioia, la gioia che viene dal saperci amati da Dio, la gioia che viene dal sapere che Gesù ha vinto il male e la morte.

È la risurrezione di Gesù che cambia la prospettiva della nostra vita, che dice che la tristezza si trasformerà in gioia, perché la morte sarà trasformata nella vita, nella vita eterna.

Ed è quello che ho cercato di esprimere anche sull'altare. Non so se voi ragazzi vedete cosa c'è sull'altare oggi. Ci sono sei bottiglie di vino, come erano sei le giare di acqua di cui ci parla il Vangelo e che Gesù cambia in vino: è un vino speciale, perché si chiama Caetanus.

Voi sapete cosa vuol dire Caetanus! È il nome latino di San Gaetano, il vero nome era Caietanus. È un vino speciale, perchè non si vende ma si regala, perchè san Gaetano è il santo della Provvidenza e chi si affida alla Provvidenza ha queste belle sorprese di vedere arrivare gratis.

A chi sono destinate queste bottiglie che sono sull’altare? A voi ragazzi del catechismo, perchè alla fine della Messa ne regalerò una a ciascuno per ringraziarvi della vostra presenza, ma anche per sottolineare che proprio venendo al catechismo, conoscendo Gesù, seguendo il Vangelo noi riceviamo il dono di una vita non solo bella ma piena di gioia, perché è Gesù il vino della vita, è Gesù la gioia della vita.

Mi farà piacere regalare a tutti i bambini del catechismo sotto i 10 anni, anche a Maria che tra poco verrà al catechismo, questa bottiglia di vino per ricordarci che è nel catechismo e ancora di più nell’Eucaristia della domenica il segreto della gioia, perché non basta semplicemente vivere, occorre avere la grazia di questa vita piena di gioia, qui sulla terra e per l’eternità.

(dall’omelia di don Stefano Ottani)

 

Ultimo aggiornamento Sabato 22 Gennaio 2022 11:11  

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