(editoriale dal Bollettino parrocchiale n. 107)
LA SEPARAZIONE
Domenica 6 agosto, vigilia della festa di san Gaetano, sarà svelata nella nostra basilica questa icona, conosciuta come “La separazione”: rappresenta l’ultimo abbraccio fra san Pietro e san Paolo prima di essere separati per andare ciascuno al martirio. Piccole annotazioni sulla cornice invitano a cogliere l’analogia con san Gaetano e Lutero, di cui si ricorda quest’anno il quinto centenario, per invitare a riconoscere anche in loro le meraviglie che Dio è capace di operare nella storia: nonostante i nostri errori, dalla riforma luterana deve scaturire l’impegno di passare dal conflitto alla comunione.
Per una vera riforma
SAN GAETANO E LUTERO
Il 2017 è segnato da due quinti centenari che caratterizzano la storia della Chiesa e hanno specifiche risonanze nella nostra parrocchia.
Il 30 settembre 1517 san Gaetano Thiene (1480-1547) viene ordinato sacerdote. Il 25 dicembre di quell’anno, mentre celebra la Messa nella basilica di S. Maria Maggiore a Roma, ha una esperienza mistica: la Vergine Madre gli mette fra le braccia il Bambino. Lo sappiamo da una lettera di san Gaetano, indirizzata alla monaca di clausura Laura Mignani, conservata nell’archivio della nostra parrocchia. La scena è raffigurata nella volta del transetto sinistro, sopra l’altare di san Gaetano.
Il 31 ottobre 1517 Martin Lutero (1483-1546) affigge alle porte della cattedrale di Wittemberg le 95 tesi che segnano l’inizio della Riforma protestante.
San Gaetano e Lutero non solo erano contemporanei, ma avevano le stesse idee sulla necessità di promuovere la riforma della Chiesa. Prova ne è il cosiddetto “quarto voto”, ossia l’impegno di non assumere cariche ecclesiastiche, richiesto da Gaetano ai suoi confratelli, motivato dalla considerazione che la ricerca di carriera e di benefici ecclesiastici è segno di avidità e di desiderio di potere. Anche Lutero la pensava così, ma purtroppo la sua proposta di riforma provocò la divisione.
L’ordine teatino, di cui la nostra basilica è ammirevole espressione, fu protagonista della “contro-riforma”: alcuni religiosi seguaci di san Gaetano – poi proclamati beati e santi – furono costretti dal papa a diventare cardinali, perché riconosciuti affidabili nel promuovere il rinnovamento profondo della Chiesa cattolica. Le loro vicende sono raffigurate nelle tre grandi tele che adornano la sagrestia, così come nella volta della navata centrale è affrescata la rappresentazione simbolica della lotta contro l’eresia, identificata con un mostro a sette teste.
A questi due quinti centenari, se ne potrebbe aggiungere un terzo, ovvero l’uccisione, nella primavera del 1517, di Giovanni Gozzadini, che in quell’epoca era il personaggio emergente di Bologna e che, per mostrare la sua supremazia, si stava costruendo il palazzo sotto le Due Torri, accanto alla allora piccola chiesa di San Bartolomeo. La sua morte causò l’interruzione dei lavori, arrivati soltanto al portico su due lati, che ora costituisce l’esterno della nostra basilica.
Questi avvenimenti lontani 500 anni ritrovano attualità in questo anno che per la parrocchia dei Santi Bartolomeo e Gaetano è anche l’anno della Decennale eucaristica, invitandoci a guardare alla storia con uno sguardo lungo, capace di cogliere il mistero della Provvidenza di Dio, che scrive diritto sulle righe storte degli uomini.
La Riforma luterana, pur con l’esito negativo della separazione tra fratelli cristiani, ha però messo in evidenza la continua necessità della Chiesa di riformarsi, per convertirsi sempre di più al Vangelo. È quello che ci insegna Papa Francesco, andato pellegrino in Svezia a incontrare la Chiesa luterana per dare l’esempio della riconciliazione, mettendo al centro la Parola del Signore.
Desideriamo inserirci anche noi nel grande cammino verso la piena unità dei cristiani, seguendo l’esempio di san Gaetano che ha attuato una riforma non contestando gli altri, ma con la santità della vita.
Don Stefano Ottani,
parroco
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