(editoriale dal Bollettino parrocchiale n. 109)
"DIO SI FA BAMBINO:
COME ACCOGLIAMO LA TENEREZZA DI DIO?"
Con questo articolo don Stefano Greco, che da qualche mese mi affianca nella responsabilità parrocchiale, inizia la sua collaborazione anche nel Bollettino. Gli diamo il benvenuto e gli facciamo i migliori auguri di Santo Natale e di fecondo ministero
Don Stefano Ottani, parroco
Siamo ormai prossimi alla celebrazione dell’Avvento e quindi del mistero del Natale, che è per tutti noi una grande festa piena di luce e di speranza. Celebrare il Natale vuol dire avere la certezza che grande è l’amore di Dio; egli non è indifferente a quello che ci accade, ci è vicino, si fa presente nella nostra vita ogni giorno.
Nella notte di Natale risuoneranno nelle nostre chiese le parole del profeta Isaia:
“Prorompete insieme in canti di gioia, rovine di Gerusalemme, perché il Signore ha consolato il suo popolo”.Ci sono rovine anche in mezzo a noi: i problemi e le preoccupazioni non mancano, è vero; ma più grande di tutto è l’amore infinito del Signore che porta gioia e speranza.
Tutte le nostre speranze vengono da questa nascita. Penso che l’augurio più bello che posso farvi è quello espresso da queste parole di Papa Benedetto XVI: “Il Creatore dell’universo, facendosi bambino, è venuto tra noi per condividere il nostro cammino; si è fatto piccolo per entrare nel cuore dell’uomo e così rinnovarlo con il suo amore. Predisponiamoci ad accoglierlo con fede. Il vero mistero del Natale è lo splendore interiore che viene da questo Bambino. Lasciamo che tale splendore interiore si comunichi a noi, che accenda nel nostro cuore la fiammella della bontà di Dio; portiamo tutti, col nostro amore, luce nel mondo...”.
Anche quest’anno abbiamo avuto la gioia di preparare i nostri ragazzi a vivere il sacramento dell’Eucaristia e della Cresima.
Nell’anno che viene, il Signore ci chiede di metterci “seriamente in gioco”, ci chiede cioè di “osare il futuro”. Ci chiede ad esempio di lasciarci coinvolgere dal Sinodo dei giovani, per potere creare le condizioni affinché a tutti i giovani arrivi l’incoraggiamento a prendere la parola per disegnare insieme i tratti di una Chiesa e di un mondo rinnovati, perché loro, come ha detto Papa Francesco nella recente sua visita a Bologna, siano “artigiani di speranza”. Un Sinodo che dovrà essere l’occasione per riflettere intorno ai due temi tanto delicati quanto sempre più drammaticamente urgenti, dell’educazione e della trasmissione della fede.
Un po’ scherzando dico spesso che loro, i giovani, sono affidati “in custodia cautelare” ai genitori ai quali Dio li dona, con un grande atto di fiducia. Loro ci chiedono, in silenzio, di essere testimoni non perfetti, forse, ma affidabili.
Ancora una volta, in questo Natale, il Dio affidabile si fa tenerezza attraverso il volto di un Bambino.
Don Stefano Greco
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